L’Associazione aderisce la progetto di ricostruzione dell’ospedale di Lui nel Sud Sudan avviato da CUAMM Medici con l’Africa, organizzazione non governativa che opera nel continente africano per garantire il diritto alla salute e per rendere i servizi sanitari accessibili a tutti.

Il CUAMM, che rappresenta la prima organizzazione non governativa in campo sanitario riconosciuta in Italia, si adopera da sessant’anni per il rispetto del diritto umano fondamentale alla salute e realizza programmi di cooperazione sanitaria a medio e lungo termine: ad oggi è presente sul campo con 37 progetti principali, molteplici interventi di supporto e circa 80 volontari.

Il Sudan è il paese africano più vasto e uno dei più ricchi in risorse naturali, tra le quali il petrolio, i cui enormi giacimenti sono concentrati principalmente nella zona meridionale del paese. Ciononostante gli indicatori sanitari e l’indice di sviluppo umano lo annoverano fra i paesi più poveri dell’Africa. In particolare, nella zona meridionale, a seguito di lunghi anni di guerra, si riscontra la pressoché totale assenza di infrastrutture di qualunque tipo e la carenza, quando non la mancanza, di personale medico e paramedico locale. I problemi da affrontare sono enormi. La mortalità materna e infantile sono tra le più alte dell’Africa.

Per questo motivo Bambini del Danubio ha deciso di offrire il suo sostegno economico per contribuire alla costruzione del reparto pediatrico dell’ospedale di Lui, uno dei più vecchi ospedali del Sud Sudan, che ha un totale di circa 150 posti letto e che deve essere riabilitato e riequipaggiato al fine di poter svolgere in modo efficace la cura dei malati a favore di una popolazione di 300.000 abitanti. Attualmente all’ospedale di Lui stanno lavorando cinque persone, tra medici, infermieri, logisti e personale amministrativo. Il progetto consiste nel riqualificare tutta la zona pediatrica dell’ospedale e per ciò è stata prevista una spesa complessiva di 360 mila euro, che copriranno anche il costo di avviamento e di funzionamento, per i primi due anni, del reparto.

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Dal 2007 l’Associazione si è impegnata nella lotta contro l’AIDS nell’Africa subsahariana grazie all’importante collaborazione stipulata con la Comunità di Sant’Egidio che prevede il supporto finanziario al progetto DREAM (Drug Resource Enhancement Against Aids and Malnutrition) avviato per garantire agli africani le stesse opportunità di cui godono i sieropositivi europei e nordamericani, nonché una prevenzione davvero efficace che blocchi la trasmissione del virus HIV dalla madre al bambino.

In Congo, DREAM ha firmato un accordo di partenariato con il Ministero della Sanità e sta per aprire un centro con laboratorio a Mbandaka, sul fiume Congo, all’altezza dell’Equatore. A Kinshasa, dal luglio 2011 è in funzione il centro DREAM per la presa in carico delle persone con HIV e per la prevenzione della trasmissione materno-infantile, con un’area dedicata alla clinica, un laboratorio e altre strutture accessorie. Il Centro si trova a Bibwa, sulla strada per l’aeroporto, un quartiere abitato da oltre 300.000 persone: in tutta la zona non esistono altri centri di cura, né alcun servizio di biologia molecolare.

DREAM assiste a tutt’oggi più di 22.000 pazienti, trattati nelle strutture attualmente operative in 10 stati africani, includendo più di 12.000 persone che già stanno ricevendo il trattamento con i farmaci antiretrovirali.

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Sotto il patrocinio dell’Associazione per la Cooperazione Italo-Peruviana di Trieste, tre medici italiani e un’equipe multidisciplinare peruviana hanno avviato un importante progetto per il sostegno dei bambini affetti da sordità sensoriale, una patologia che rischierebbe di emarginarli e di mettere ulteriormente in difficoltà le loro famiglie, già colpite da una forte povertà. L’obiettivo del progetto è quello di assicurare, ai piccoli peruviani affetti da questa sordità, l’accesso alle cure mediche necessarie. Operando tramite l’ospedale di Piura, una città di 300.000 abitanti al confine con l’Ecuador e costituita per lo più da baraccopoli, l’equipe peruviana collabora con i medici italiani alla selezione dei pazienti bisognosi di cure, all’impianto e manutenzione delle protesi auditive necessarie e alla riabilitazione dopo l’applicazione delle stesse. L’equipe è coordinata da un missionario della Caritas del Perù, padre Mario Ramírez, assieme al direttore del dipartimento di Otorinolaringoiatria e Audiologia dell’Istituto Nazionale di Riabilitazione e al primario di otorinolaringoiatria dell’ospedale Dos de Mayo di Lima.

L’Associazione Bambini del Danubio ha contribuito al progetto finanziando l’acquisto di centinaia di protesi acustiche destinate ai piccoli pazienti selezionati.

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Sin dalla propria fondazione, l’associazione ha individuato nell’Ospedale Burlo Garofolo di Trieste il partner principale con il quale stipulare una convenzione che stabilisce l’impegno reciproco a collaborare al fine di rendere possibile la cura di bambini provenienti da paesi poveri, qualunque sia la loro etnia e religione. A questo fine l’Associazione ha istituito un Comitato Scientifico con il compito di aiutare a valutare le reali necessità di ogni singolo paziente, formulare proposte, definire i contenuti scientifico-professionali della collaborazioni e vagliare periodicamente i risultati raggiunti. Il sodalizio stretto con l’ospedale infantile ha comportato, inoltre, l’attivazione di stage formativi presso il Burlo dedicati al personale medico dell’area danubiana balcanica e l’avvio di corsi di formazione sul posto, con l’intento di limitare il più possibile il trasferimento in Italia dei piccoli pazienti e delle loro famiglie.

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